Un impianto fotovoltaico consente di guadagnare in due modi: con l'autoconsumo e con la vendita dell'energia in esubero immessa in rete. L'autoconsumo è il meccanismo fisico per cui l'energia elettrica prodotta dall'impianto fotovoltaico finisce nei nostri elettrodomestici consentendo quindi di non prelevare energia dalla rete elettrica. La vendita dell'energia in esubero si concretizza attraverso le convenzioni di scambio sul posto o di ritiro dedicato. In particolare quest'ultima rappresenta il presente ed il futuro degli impianti fotovoltaici domestici come potete meglio approfondire con il video sul mio canale youtube. E’ quindi il caso di fare alcune riflessioni su come utilizzare al meglio, alla luce di questa novità, il proprio impianto fotovoltaico.
Per prima cosa osserviamo che il ritiro dedicato consente una remunerazione inferiore rispetto a quella dello scambio sul posto, nell'ordine dei cinque centesimi a kilowattora e che, per seconda cosa, l’intera remunerazione da RID viene tassata (vedi video sul mio canale youtube sulla precompilata). Data la eseguita della remunerazione che proviene dal ritiro dedicato nella gestione del proprio impianto fotovoltaico è auspicabile consumare la quasi totalità dell'energia prodotta. Questo obiettivo si può conseguire attraverso tre punti:1) dimensionare l'impianto fotovoltaico adeguatamente in funzione dei propri consumi energetici; non serve cioè realizzare un impianto fotovoltaico troppo grande perché molta della energia elettrica prodotta finirebbe nella rete elettrica con un basso guadagno e quindi con un ritorno dell'investimento più lungo;
2) perseguire con determinazione l’elettrificazione totale dei propri consumi. Sostituire cioè progressivamente i propri consumi basati su metano o carburante con consumi elettrici che ovviamente attingano dall'impianto fotovoltaico;
3) installare batterie di accumulo.
Quello che noi perseguiamo in questo modo, ossia autoconsumare al massimo l’energia elettrica in casa nostra, ossia nel luogo di produzione dell'energia è anche l’obiettivo del legislatore. In questo modo è come costituire tante isole energetiche isolate ed autosufficienti che per funzionare non hanno bisogno delle reti. Questo determina un alleggerimento della potenza distribuita dalle linee elettriche con conseguente riduzione dei costi per tutto il sistema.
Se ci pensiamo le comunità energetiche, nelle varie forme, sono nate proprio per questo. Favorire l’autoconsumo locale non più o solo per il singolo prosumer ma per un intero condominio o parco commerciale o zona industriale. Chiariamo che, anche senza la costituzione formale di una CER, l’energia elettrica in esubero che esce dal contatore di casa vostra va ad alimentare la lavatrice del dirimpettaio. Ma il fatto che quest’ultimo possa contribuire alla remunerazione economica di entrambi fa sì che egli accenda la lavatrice nelle ore diurne e non la notte!
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