domenica 24 maggio 2020

L'impianto fotovoltaico è detraibile al 110%? Si, ma a 3 condizioni.

Come è noto, il Decreto Rilancio del Maggio 2020, emanato sulla scia del disastro economico determinato dalla pandemia innescata dal Covid 19, incentiva fortemente i lavori di riqualificazione energetica delle abitazioni. In particolare concede, a determinate condizioni, la detrazione fiscale del 110% delle spese sostenute dal contribuente che provvede ad efficientare la propria casa mediante uno (o tutti e 2) dei seguenti interventi:
1) la coibentazione delle superfici opache (quindi non gli infissi) verticali (le pareti) ed orizzontali (i lastrici solari ad esempio) per oltre il 25% della superficie lorda disperdente;
2) la sostituzione del generatore di calore tradizionale (la caldaia a metano) con una pompa di calore (questo punto vale come è scritto per le abitazioni indipendenti. Per i condomini la situazione è diversa. Ma non è questo l'oggetto dell'articolo).
Questi 2 interventi spalancano le porte della detrazione fiscale al 110% per tutta un'altra serie di lavori che migliorano il comfort e l'efficienza energetica della abitazione.
Tra questi è prevista anche l'installazione di un impianto fotovoltaico con o senza sistema di accumulo.
In questo caso quindi un impianto fotovoltaico può davvero essere installato "a costo zero".
Ma quali sono i vincoli da rispettare per "andare a 110" anche con il fotovoltaico?
La condizione n. 1 per installare un impianto fotovoltaico usufruendo della detrazione al 110% del suo costo è quindi quella di provvedere contestualmente alla realizzazione di almeno uno dei due interventi prima descritti.

Vediamo le altre.
Come si sa, un impianto fotovoltaico produce energia elettrica nelle ore diurne, quando in cielo splende il sole. Questa energia viene utilizzata per alimentare gli elettrodomestici presenti in casa e magari anche l'auto elettrica.
Di notte l'abitazione viene normalmente alimentata dalla energia prelevata ed acquistata dal proprio fornitore.
Per questo motivo conviene utilizzare i carichi elettrici della abitazione maggiormente quando l'impianto è in produzione. In questo caso infatti si aumenta la quota del "proprio autoconsumo" e dunque si giustifica l'acquisto dell'impianto. Se vuoi saperne di più clicca qui
D'altra parte spesso la famiglia, nelle ore diurne, non è in casa e i consumi sono molto bassi (a meno di "domotizzare" la propria abitazione, se vuoi saperne di più clicca qui).
L'energia prodotta dall'impianto, non avendo cosa alimentare, finisce nella rete elettrica. Ma non viene persa. Viene restituita mediante due bonifici ogni anno (nei mesi di giugno e novembre) al prezzo di circa 0,1 €/kWh.
Il meccanismo che sta alla base di questa "restituzione" è molto complesso e va sotto il nome di Scambio Sul Posto. Questo processo viene formalizzato attraverso una convenzione sottoscritta dal proprietario dell'impianto ed il Gestore dei Servizi Energetici. Di solito è la stessa azienda che realizza l'impianto a redigere questo atto, spesso attraverso il ricorso a consulenti esterni.
Lo Scambio Sul Posto (SSP) è stato, fino ad oggi, insieme al loro elevato costo, il maggiore ostacolo alla diffusione delle batterie per l'accumulo della energia prodotta dall'impianto e non autoconsumata. Se infatti è possibile contare su questa "batteria virtuale e gratuita" che è lo SSP viene meno l'incentivo ad installare una batteria presso la propria casa.
Ma ecco la condizione n. 2 del 110% per il fotovoltaico: se un cittadino utilizza questa agevolazione non può più sottoscrivere lo SSP.
Dunque l'energia immessa in rete perché NON autoconsumata viene PERSA.
Questa condizione è molto importante ed è densa di conseguenze tecniche:
1) l'impianto fotovoltaico deve essere ben "calibrato" sui reali autoconsumi diurni conseguibili dalla famiglia;
2) la domotizzazione diventa fondamentale così come avere una abitazione il più possibile elettrificata (da cui l'abbinamento anche con la pompa di calore elettrica per il riscaldamento di cui si parlava all'inizio);
3) le batterie diventano fondamentali per rendere minima la parte di energia elettrica "regalata" alla rete nazionale. Se infatti nelle ore diurne gli elettrodomestici sono spenti ci pensano le batterie a conservare l'energia elettrica prodotta dall'impianto in attesa dell'arrivo dei padroni di casa che potranno così utilizzare di sera la propria energia.
Si capisce da questo aspetto che lo Stato voglia incentivare quindi la diffusione delle batterie abbinate al fotovoltaico. Ed infatti il loro acquisto, anche successivo alla realizzazione dell'impianto, è incentivato con la detrazione del 110%.
Il motivo tecnico di questa "spinta" alla diffusione delle batterie è, in poche parole, che queste fanno "bene" alla stabilità del nostro sistema elettrico.

Condizione n. 3 per usufruire della detrazione del 110% per un impianto fotovoltaico è poi il rispetto di determinati parametri di costo.
L'importo massimo detraibile per questa spesa è infatti di 48.000 €.
Il costo massimo ammesso per kW dell'impianto è invece di 2.400 €. Un impianto da 3 kW potrà dunque avere un costo massimo di 7.200 € Sembra una cifra elevata per gli attuali valori di mercato ma bisogna tenere presente che sul costo dell'impianto si "scaricano" anche una parte dei costi tecnico-amministrativi che caratterizzano la procedura per l'ottenimento della detrazione fiscale del 110%.
Ovviamente anche le batterie hanno un tetto di spesa che ammonta a 1.000 € per ogni kWh (chilovattora) di energia immagazzinabile.
In questo caso il tetto è molto piccolo perché il costo degli accumulatori di qualità è ancora molto elevato e supera il valore dato dal Decreto Rilancio. In caso di installazione successiva delle batterie su un impianto preesistente sarà molto difficile poi riuscire anche a spalmare parte dei costi amministrativi su questo particolare intervento.
Da qui l'importanza di installare le batterie contestualmente all'impianto fotovoltaico.
La speranza, per la diffusione in Italia delle batterie, è che in fase di decreti esecutivi si ritorni sulla valutazione dei tetti di spesa per questi fondamentali componenti. Anche perché non essendo possibile lo SSP non vi sarebbero alternative.    

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